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L’installazione nel vostro ambiente d’ascolto

Dopo tanta indecisione e tante visite a tutti i negozi specializzati della nostra città, abbiamo finalmente comperato il nostro sistema hi-fi, completo di altoparlanti. Ora non resta che installarlo ed ascoltare beatamente quel suono che con tanta pignoleria abbiamo selezionato fra altri mille, certi che fosse il più adatto a farci gustare la nostra musica preferita.

Naturalmente, tutti sappiamo benissimo che le frasi che precedono sono del tutto immaginarie: non vi è speranza più irrealizzabile della possibilità di sentire a casa nostra lo stesso suono che abbiamo scelto al momento dell’acquisto. E sappiamo anche che i consigli degli amici e degli esperti, nella migliore delle ipotesi, sono…deludenti: “Le pareti rinforzano i bassi, i vetri aumentano il riverbero e peggiorano la definizione. Le tende e i divani assorbono il suono e lo rendono morbido, caldo e riposante…” Non è vero nulla. O, meglio, è vero e falso al tempo stesso, dato che il risultato migliore che potremo ottenere nel nostro ambiente sarà sempre, comunque, un compromesso: un equilibrio fra le diverse caratterizzazioni del suono e della scena acustica tipiche della nostra particolare situazione ambientale. Accettata questa pura e semplice verità, sarà facile anche resistere alle lusinghe all’amico più esperto che volesse tentare di trasformare il risultato del nostro impianto in casa nostra fino a sentire: “…bene come a casa mia…”. Questo equivarrebbe infatti a cercare di sovrapporre alle caratteristiche di base del nostro ambiente una natura diversa, ottenendo, nel migliore dei casi, un risultato ibrido che non potrebbe convincere nessuno e sicuramente non vi piacerebbe. Il tentativo da perseguire durante le diverse fasi di una accurata installazione dovrebbe invece essere fin dall’inizio quello di “mascherare”, ed eventualmnte attenuare, i difetti della nostra acustica, al fine di portarne in maggiore evidenza i pregi unici ed originali, che non possono mancare e di fatto non mancano mai. La prima conseguenza di ciò che abbiamo appena detto è che, purtroppo o per fortuna, a seconda delle vostre personali inclinazioni, l’unico medico del vostro ambiente non potrete essere altro che voi stessi. Solo voi infatti avete imparato veramente, vivendoci, quali sono le vere caratteristiche acustiche della vostra casa e quali volete siano quelle della stanza preposta all’ascolto del vostro impianto ( o della vostra musica, a voi stessi la scelta…). Da notare, che questo non è che l’inizio, dato che, a voler essere ancora più completi e precisi, dovremmo parlare anche dei gusti dell’ascoltatore (o degli ascoltatori) per chiarire ancora meglio quanto sia difficile per un “esperto” “tarare” una installazione fino ad ottenere proprio il tipo di suono capace di gratificare un’altra persona, cioè voi. Insomma, solo per fare un esempio, potremmo supporre che a lui piaccia un suono “soft” (di quello che, secondo lui: “rende accettabile e piacevole anche un ascolto domestico di sottofondo della Disco Music”) e voi siate invece patito del Rock più duro. In questo caso l’assorbimento dell’ambiente deve essere tale di assorbire di più o di meno la gamma medio-bassa? E la media? E gli alti? E, volendo e potendo, i bassi andrebbero un pò equalizzati, o no?

Come vedete, la risposta la potete dare solo voi, e solo “dopo” avere tentato alcuni interventi di prova che vi facciano capire meglio verso quale “equilibrio” generale vi converrà cercare di orientare l’acustica del vostro ambiente.
Se, ad esempio, i bassi rischiano di essere un problema irresolubile, con una lunghezza eccessiva ed una monotonicità insopportabile, non crediate che attenuarli con una disposizione delle casse lontana dalle pareti sia sempre la soluzione migliore.
Ricordiamo che il fine della nostra installazione è e rimane quello di raggiungere un “equilibrio di compromesso”.
Ecco allora che potrebbe valere la pena di verificare se la sensazione di lunghezza e coda sonora delle basse frequenze non sia in realtà un fenomeno soggettivo indotto da un tempo di riverbero eccessivo alle frequenze medie.
Avete mai provato ad ascoltare il suono di un subwoofer, filtrato, privo dei relativi satelliti? Non vi è sembrato insopportabilmente confuso e rimbombante, privo di velocità e di smorzamento? E’ così perchè la maggior parte delle caratteristiche che normalmente vengono associate alla prontezza ed alla precisione dei transienti vengono conferite al segnale dalle gamme media e alta. Ecco allora che, a volte, per migliorare la gamma bassa in un ambiente rimbombante basta aumentare la emissione in gamma media ed in gamma alta, non senza avere contemporaneamente aumentato, al fine di accorciarne il riverbero, anche il loro assorbimento da parte dell’ambiente. Il “come”, ora, non è che la parte tecnica dell’installazione, ma non ditemi che non sapete che una tenda, magari pesante, un tappeto o un salotto imbottito possono fare egregiamente al caso vostro…

Una 7/05 (destra) nella camera anecoica della ESB (La camera era dotata di 1.500 cunei di lana di vetro  lunghi 75 cm)

Una 7/05 (destra) nella camera anecoica della ESB (La camera era dotata di 1.500 cunei di lana di vetro lunghi 75 cm)

Ora che abbiamo più chiaro il vero fine della ottimizzazione della nostra installazione e delle cure da riservare all’ambiente, possiamo provare ad applicare questo modo di ragionare e di procedere anche a tutti gli altri “difetti” da mitigare. Se, ad esempio, le frequenze alte ci sembrano eccessive ed il suono privo di presenza, di corpo e di potenza, non è detto che dobbiamo cercare per forza di attenuare gli alti. A volte la cura migliore piò risultare quella di riportare ad un livello più corretto una gamma media e medio-bassa troppo attenuate da un assorbimento eccessivo e/o da una eccessiva distanza delle casse dalla parete che si trova dietro ad esse. La eliminazione di una tenda, di un tappeto, o la loro sostituzione con elementi più leggeri, come un eventuale avvicinamento alla parete possono facilmente riequilibrare la timbrica riportando anche le alte frequenze ad un livello relativo più corretto.
Il metodo per decidere gli interventi, insomma, è sempre quello di considerare qualsiasi anomalia non un nemico da combattere direttamente, ma una caratteristica “relativa” a tutte le altre, proprie della particolare situazione.
L’intervento potrà poi essere effettuato su quella parte della ambientazione che sembra essere più a portata di mano, e comunque provando prima con le correzioni “positive”, tali cioè da aumentare il livello complessivo, e solo in caso di insuccesso per questa via adottando correzioni “negative”, ovvero tali da diminuire il livello. Questo modo di procedere può ripagare con un migliore funzionamento dell’amplificatore, come degli stessi altoprlanti, non costretti a generare un suono destinato ad essere in massima parte “mangiato” dall’ambiente, bensì ad essere ascoltato…da voi.

E, per finire, un consiglio che vale oro.

Se, per diminuire l’assorbimento di un ambiente, basta rimuovere, sia pure provvisoriamente, un tappeto, una tenda o un divano, come potreste provare ad “aumentare” l’assorbimento senza dover “installare”, magari solo per prova, un intero salotto nuovo, completo di tende e tappeti?

Una coppia di 7/03 (dotate di woofer da 46 cm) in una sala ESB

Una coppia di 7/03 (dotate di woofer da 46 cm) in una sala ESB

Usando coperte e materassi. Due materassi arrotolati simulano abbastanza bene un bel divano imbottito, una coperta invernale è meglio di un folto tappeto e con un po’ di cura una tovaglia o una coperta leggera possono essere usate per provare l’effetto di una tenda.
E solo a risultato già ottenuto e ben verificato potrete, eventualmente, passare ad acquistare i vostri arredi e a programmare… i vostri ottimi e personalissimi ascolti.