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Equalizzazione ambientale

Quando si voglia decidere a priori a quale andamento medio tentare di uniformare la risposta in frequenza di un sistema Car-Stereo si potrebbe iniziare dalla curva di Henning Møller. Niente di più sbagliato.
Quando si entra nella propria auto insieme ad una persona conosciuta e questa inizia a parlare, la sua voce non verrà corretta da nessun equalizzatore e raggiungerà le nostre orecchie “influenzata” in modo molto pesante dalla “timbrica” del piccolo ambiente del quale stiamo parlando. Ciononostante a noi sembrerà perfettamente naturale e riconoscibile come tale.

Quando nello stesso ambiente si iniziasse ad ascoltare, ad esempio, un CD di Mina, il nostro sistema uditivo (cervello “compreso”) si aspetterà che anche quest’altra voce sia affetta più o meno nello stesso modo dall’acustica dell’”ambiente”. Equalizzando il segnale per ottenere la risposta che avremmo avuto nella regia dello studio di registrazione, il nostro cervello ci troverà qualcosa di molto strano e (sottraendo automaticamente l’effetto ambiente che ha memorizzato ascoltando la voce della persona nota) attribuirà alla voce di Mina delle caratteristiche molto diverse da quelle reali e sicuramente diverse da quelle originali, con un risultato assolutamente innaturale.
Lo stesso avviene anche nelle nostre stanze di audiofili, perciò in realtà: ogni ambiente è caratterizzato da una sua curva di risposta in frequenza globale ottimale anche quando il disco, l’ampli e le casse cercassero di farci credere che ci troviamo in un ambiente diverso. E’ grazie a tutto ciò che anche le buone casse inglesi progettate per avere una buona risposta sull’asse ed una buona dispersione hanno sempre goduto di una ottima reputazione anche se sono state installate in tutto il mondo in ambienti di dimensioni e caratteristiche acustiche molto diverse, tali che sicuramente le risposte globali rilevate in ambiente avrebbero mostrato una infnità di andamenti diversi.
Ogni ambiente chiuso imprime le sue caratteristiche sul suono che sentiamo. Non è corretto tentare di annullarle completamente, agendo con regolazioni e/o equalizzazioni troppo spinte.
Un metodo che può essere messo in atto per capire quale è l’andamento della risposta globale a regime da considerare giusto per un certo ambiente, potrebbe essere il seguente.
Per prima cosa dotarsi di un buon microfono di misura e di un sistema di analisi di spettro e di registrazione appropriati. Quindi recarsi su un prato lontano da case e registrare alla distanza d’ascolto preferita un assolo di batteria (vera), piatti e cassa compresi. Quindi fare con calma una corretta analisi dello spettro che si è registrato. Poi portare il musicista e la sua batteria nell’ambiente d’ascolto e fare la stessa misura (alla stessa distanza di ascolto). Quindi mettere in funzione l’impianto con le casse più o meno dove era la batteria vera e senza spostare il microfono. Riproducendo il suono che registrato sul prato si dovrebbe rilevare lo stesso spettro appena misurato con la batteria vera nella stessa stanza. Se il risultato fosse diverso si potrebbe agire con opportuni controlli (meglio se DRC) per “equalizzarlo”.

Ora, con rumore rosa ed analizzatore di spettro quale risposta si rileverà?
Sicuramente diversa in ognuna delle nostre stanze… Ma sempre quella “giusta” per la il particolare impianto nel particolare ambiente.