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L’ingegnere

Stamane ho sentito Buzz Aldrin (chi non sa chi è…?) intervistato alla radio dire questa verità:

“… Vede questo bicchiere d’acqua qui davanti… Per un per un pessimista è mezzo vuoto… Per un ottimista è mezzo pieno… Per un ingegnere è semplicemente troppo grande…”

Io, che ingegnere (meccanico) lo sono ed ho avuto la ventura di lavorare al fianco di molti ingegneri (di cui molti “anche nell’animo”…) di varia specializzazione ed estrazione, sento di potere in gran parte concordare con il detto riportato da Buzz.
Per quanto riguarda me e molti miei amici, però, una piccola distinzione la farei. E consiste nel chiedersi cosa direbbe, posto di fronte allo stesso bicchiere, un ingegnere pessimista.
O magari un ingegnere ottimista.
O, tanto per complicarci ulteriormente la vita… Un ingegnere scettico-relativista…
Magari della strana specie di quelli che non sono “solo” meccanici, elettrotecnici, elettronici, edili, ma che magari abbiano saputo imparare qualcosa anche dai giornalisti e dagli architetti, o anche dai fotografi, o perché no dai registi cinematografici…

Io credo di potermi tranquillamente considerare membro di questo ultimo gruppo. E come tale direi che quel bicchiere è sicuramente pieno a metà, ma aggiungerei che magari così (rispetto alla situazione in cui fosse pieno fino all’orlo) è più comodo accostarlo alle labbra per bere senza versare nemmeno una goccia del suo prezioso contenuto…
Mentre, per quanto riguarda la sola informazione soggettiva che provo guardandolo, potrei aggiungere che:

- Se la mia prospettiva è laterale, potrò senza dubbio trarre dalla mia sensazione visiva una informazione abbastanza corretta da qualsiasi distanza, ma se lo guardassi dall’alto (in verticale perfetta e non troppo da vicino) e il bicchiere fosse perfettamente cilindrico, il solo guardarlo non sarebbe affatto sufficiente a farmi capire se è pieno o no e quanto.

- Mentre, se il bicchiere fosse troncoconico (più largo in alto e più piccolo alla base) anche guardandolo in verticale, sia da vicino che da lontano qualcosa potrei capirla lo stesso. E una sensazione immediata di “mezzo pieno” o “mezzo vuoto” potrei trarla comunque anche usando solo i miei occhi, e non, con metodo “ingegneristico” usando anche un un calibro e una bilancia.

Nel caso in cui volessimo trasporre questi ragionamenti alla scena acustica offerta da un sistema stereofonico, potremmo ad esempio parlare della sensazione di coerenza, ampiezza e profondità offerta da un sistema convenzionale ascoltato da posizione centrale e quella offerta invece da un sistema NPS ad un ascoltatore che si trovi in posizione decentrata.
Ecco allora che in questo caso, all’ingegnere, non basterebbe più dire che quella posizione non è quella prevista come ottimale da chi ha registrato il disco che stiamo ascoltando, dato che con l’NPS (un po’ come con il bicchiere) è proprio la posizione decentrata a consentirci di ricostruire un buon numero di informazioni spaziali in più…